Didone Liberata - Personaggi (in ordine di apparizione): Carneade, il narratore Virgilio, il Sommo Vate Busenello, insigne letterato e giurista veneziano Didone, Regina di Cartagine Cadmo, Capitano delle Guardie reali di Cartagine Licorida, nobildonna cartaginese Simonide, Sacerdote di Baal Enea, pio Eroe troiano Ilioneo, compagno di Enea e suo ambasciatore Anna, sorella di Didone Iarba, Re dei Getuli Palinuro, compagno di Enea e suo timoniere Creùsa, defunta sposa di Enea Deifobe, Sibilla cumana Anchise, defunto padre di Enea Apollo, Dio della Pace Minerva, Dea della Saggezza Pigmalione, fratello di Didone Sicheo, defunto sposo di Didone Marte, Dio della Guerra Camilla, condottiera dei Volsci Acca, compagna di Camilla Arrunte, guerriero etrusco alleato di Enea Eurialo, giovanissimo compagno di Enea Niso, giovane compagno di Enea Cortigiani, cittadini e guardie di Cartagine, compagni di Enea, Ombre dell'Averno, assassini l'Agrippina di Tacito Richiami virgiliani nel linguaggio ieratico di Tacito e il caso di Giulia Agrippina Augusta: implicazioni sulla verità storica e sul giudizio alla figura. «Il y a dans la mort d'Agrippine des circonstances qu'il est impossible de croire». Voltaire «Although the final days of Agrippina are among the best documented of any event in the ancient world, the details pose serious difficulties». Anthony Barrett «In questa maestà altiero, et vittorioso della servitù pubblica, quasi ritolto ogn’emolo, et in quel punto, e non prima, divenuto herede dell’Imperio di Augusto, salì nel Campidoglio à riverir gli Dei. Dove sì come gli Scipioni furon veduti trionfar di quelle parti del Mondo superate coll’Armi, che loro diedero gloriosamente il Cognome d’Africani, ed’Asiatici; Così in quell’atto pareva, che Nerone fusse avido di acquistar il titolo di Romano Imperadore, con premere e, e sottometter Roma, non come sua Patria, non come sua Reggia hereditaria; ma qual nuova Cartagine, conquistata con la guerra felicemente terminata per la morte della nimica Agrippina». Francesco de’ Conti Berardi Capocio Cuccino Agrippina Minore, e mutatione dell’Imperio de’ primieri Cesari (1647), pp. 161/2 Un'indagine di Salvatore Conte sui misteri irrisolti del delitto più efferato della Storia: - un figlio contro la madre; - la più potente Flotta del Mondo, la Flotta di Augusto, contro un solo avversario: una donna, sola e ferita; - il Principe dell'Impero contro l'Alta Sacerdotessa dello Stato Romano; - 23 colpi di gladio vs Agrippina Augusta (ma solo uno - quello al ventre - mortale; forse); - un pugno di uomini in lotta per salvarla. Ancora un assassinio giustificato quale suicidio per disonore. Ancora una Donna che resiste al Fato della società patriarcale. Una lezione di cacozelia latens*: Contre-Enquête sur la mort de Didon Il chiaro filologo francese Jean-Yves Maleuvre, continua a far luce sulla morte di Virgilio e del suo maggior personaggio: in esclusiva su QDido.org, la sua indagine d'avanguardia sul Quarto Libro dell'Eneide. [*] "Sfuggente disattenzione", "ingiustificato doppio senso" ("caricature invisible"): quae tantum accenderit ignem, causa latet (5.4/5). "Double écriture fondée sur une subtile dialectique entre le sens patent et le sens latent, et permettant de tout dire en paraissant ne rien dire du tout" (J.-Y.M.). L'espressione è di Marco Vipsanio Agrippa, Generale romano e genero di Augusto: Reprenant le flambeau de Catulle et de Calvus, eux-mêmes victimes de l'ire césarienne, il [Virgile] cache dans ses Bucoliques une violente dénonciation du "Jeune Homme divin", ainsi qu'il l'intitule en reprenant par dérision la flatteuse présentation que Cicéron faisait du rival d'Antoine dans ses Philippiques. Même hostilité de la part d'Horace, de Tibulle, de Properce et d'Ovide, laquelle s'exprime à la faveur d'un système d'écriture secrète - dénoncée par Vipsanius Agrippa sous le nom de cacozelia latens -, système que pénétrait largement le prince et qu'il toléra sans doute à la fois par jeu et parce qu'il pensait avoir plus à y gagner qu'à y perdre. L'heure du châtiment viendrait de toutes façons. Festina lente était un de ses adages favoris. Dans le cas précis de Virgile, il fallait attendre au moins jusqu'à ce que l'Enéide fût achevée. Aussi suivit-il de très près les progrès de la composition de cet ouvrage, écrivant lettres sur lettres au poète à ce sujet, et exigeant de l'entendre en réciter de larges extraits. Lorsqu'il tint enfin SON épopée, il frappa. La disparition de l'auteur facilita les quelques manipulations textuelles nécessaires pour brouiller les pistes et compliquer pour le lecteur la détection de l'anti-Enéide à l'oeuvre sous l'Enéide. D'ailleurs, en se présentant comme le sauveur de l'Enéide que son propre auteur voulait livrer aux flammes, ne décourageait-il pas à l'avance toute tentative de lecture subversive? (Jean-Yves Maleuvre: "VirgilMurder", Des preuves) (par Lavinie Maleuvre): connaissez-vous VOTRE point-de-rupture?
An august murderer «The hatred of Virgil towards the prime ancestor of the despot of the day is so intense that it is practically impossible to find a passage, where Aeneas appears, that does not in some way indict him with dastardly, criminal or stupid actions», Francesco Sforza, The Problem of Virgil (Classical Review 49, 1935; p. 106) «I Romani hanno conquistato il mondo [inter alia] con una manipolazione così abile della menzogna più grossolana da ingannare persino la posterità e da continuare a ingannarci», Simone Weil, Sulla Germania totalitaria (1940; ed. it. Adelphi 1990)
Auguste et les Arsacides ou le prix des enseignes Jérôme Gaslain ~ Jean-Yves Maleuvre PARTHICA 8 - 2006 (pp. 169-194) cliquez sur le prix Psittacus occidit
Une lecture d'Ovide, Amores II, 6, (Athénée Royal de Gembloux) EUPHROSYNE 35 - 2007 (pp. 125-140) cliquez sur Psittacus pour écouter ses mots di Salvatore Conte (contributo originale per il romanzo di Luigi Calcerano e Loredana Marano)
L'imponente opera di Luigi Calcerano e Loredana Marano, un lavoro di quasi dieci anni e di quasi mille pagine, è finalmente giunto nelle librerie. Il romanzo accoglie e riprende in maniera puntuale la filologia di Salvatore Conte discussa in "Dido sine veste". Include la scena della morte di Virgilio, scritta da Salvatore Conte e fondata sulla filologia di Jean-Yves Maleuvre. La morte (a oltranza) di Didone
Dopo un lungo e meritato oblio, è tornata alla luce, riesumata
dagli archivi della Rai, l’Eneide televisiva di Franco Rossi. Salvatore Conte (2011) Il seguente brano è tratto da un'opera latina. I nomi di persona sono stati modificati per non influenzare il lettore. Al contrario, la struttura originale della perifrasi è rimasta inalterata. Tizio, che apparteneva all’antica famiglia di Caio, annoverava da Re Sempronio I la lunga discendenza degli avi. Quando infatti Lucrezia, la figlia del Re, perduto lo sposo, abbandonò la propria città, un giovane nobile della corte reale si era unito a lei, e ne aveva condiviso la sorte in ogni evento. Se gli elementi esposti nel brano sono veri:
Invia le tue risposte con eventuali commenti e riceverai il brano originale con le nostre risposte ragionate. L'esito potrebbe rivelarsi sorprendente. Scopri qui il volto dell'Autore. Il punto sull'esegesi virgiliana, fatto da Gian Biagio Conte (omaggio involontario al genio cacozelico): "La strategia della contraddizione sulla forma drammatica dell'Eneide" Virgilio può essere sostanzialmente un nazionalista partigiano di Augusto (con qualche concessione al patetico), oppure un suo sostanziale oppositore (per quanto finga di incensarlo per ovvi motivi). Ogni altro modo di leggere il poema è scartato in partenza. Per Conte, invece, il poeta di Mantova "suggerisce al lettore che le contraddizioni sono il principio costitutivo della realtà", "forza e scuote le certezze del lettore", addirittura lo "angustia", non concedendogli il puro piacere della lettura, ma anzi forzandolo a fare i conti con contraddizioni 'drammatiche' (in entrambi i sensi), e mettendolo di fronte al difficile spettacolo della "forma stessa della verità divisa". (dal resoconto di Paolo Monella per Prometheus) «L’interpretazione del mito è l’unico mezzo che possediamo per penetrare il mondo dei nostri antenati. Quello che nei miti si presenta come inverosimile è proprio quello che ci apre la via alla verità. Quanto più straordinario e paradossale è l’enigma tanto più pare indicarci di non affidarci alle sole parole, ma di cercare e scovare intorno alla verità celata dalle parole. Quanto più i sacri miti si presentano oscuri ed irrazionali tanto più ci scongiurano, per gli dei, di non credere semplicemente a ciò che è visibile, ma di investigare e scrutare il senso occulto».Flavio Claudio Giuliano (332-363 d.C.)
the Problem of Dido: on which side is Virgil ?
E se tu vuoi che 'l ver non ti sia
ascoso,
Yet, would'st thou I the secret should
expose? Ariosto C o n t r a (?) «I' vidi Eletra con molti compagni, tra' quai conobbi Ettòr ed Enea». Dante Alighieri, su Enea, nel I Cerchio dell'Inferno (spiriti magni), (IV, 121-122) «L'altra è colei che s'ancise amorosa, e ruppe fede al cener di Sicheo».
The next is she who killed herself for
love, (Henry Wadsworth Longfellow) Dante, su Didone, nel II Cerchio dell'Inferno (lussuriosi), (V, 61-62)
«O voi ch'avete li
'ntelletti sani, (IX, 61-63) cf. V. 4.500 p r o «[...] Donna [pur] sì alta e sì degna e sì magnanima e sì bella e sì amante e tenera [...] / / [...] Non v'è cosa più amabile che la debolezza nella forza, Woman so high and so worthy and so noble and so fair and so passionate and tender. There is not most lovable thing than weakness in strength. (S.C.) nè cosa meno amabile che un carattere e una persona senza debolezza veruna». Giacomo Leopardi, su Didone ed Enea, Zibaldone (3610) e Ovidio Petrarca Chaucer Ariosto Tasso Spenser Cervantes Shakespeare Busenello Vesta, Giunon, Diana, La vostra eternitade è certamente Titolo morto, e favola dipinta, Se la Dea delle Dee rimane estinta. Didone? estinta giaci? al tuo bel viso Consacrerò piangendo Tarde lusinghe, e intempestivi baci. G.F.B.
La matrice è in via di costante aggiornamento. Gli autori viventi citati in matrice sono invitati a rettificare la propria posizione, se la ritengono erroneamente interpretata. Gli autori non citati sono incoraggiati a segnalare motu proprio la rispettiva posizione. Si ritiene che oltre i tre campi di distanza (adiacenti e ortogonali), il dialogo tra i relativi esegeti sia di fatto impossibile, perché coinvolgerebbe scelte di fondo inconciliabili tra loro. La matrice non intende affermare alcun giudizio di valore. Essa è concepita quale schematica rappresentazione dell'ermeneutica virgiliana.
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