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Introduzione critica
Didone Liberata
rappresenta l’esito di un lungo percorso di ricerca filologica sul principale
testo dell’Età Classica, ovvero sull’Eneide di Virgilio. La comunità
scientifica internazionale ha riconosciuto la fondatezza di questi studi,
invitando l’autore, in qualità di relatore, ad uno dei più rilevanti consessi
scientifici, il Simposio Cumano della Vergilian Society, che si avvale dei
contributi dei più eminenti studiosi di filologia classica, provenienti da
tutto il mondo.
L’opera ha ispirato e fatto
da sfondo concettuale alla “Route d’Elissa”, regata velica internazionale
patrocinata dall’ONU, per equipaggi interamente femminili, con particolare
riferimento alla Terza edizione, nella quale le imbarcazioni hanno gareggiato
da Cartagine a Roma, sulla rotta tracciata da Elissa in Didone Liberata.
L’opera ha inoltre
contribuito in maniera significativa a riportare l’attenzione sui libretti di
Giovan Francesco Busenello, il quale è tra i primi in epoca moderna ad
innovare l’ermeneutica virgiliana (e quella relativa a Tacito), attraverso la
mediazione dell’arte lirica.
Didone Liberata è nata nel contesto di un progetto più ampio, quello del
sito web
www.QueenDido.org : tale iniziativa si è determinata sulla base di una
riflessione critica di ordine storico-politico intorno ai sottaciuti caratteri
patriarcali della Storia dell’Occidente, mirando a lenire lo squilibrio
storiografico esistente ed il deficit epistemologico che ne consegue; il sito
presenta quale filo conduttore il confronto ermeneutico sulla Didone di
Virgilio, ritenuta figura emblematica della cultura euro-mediterranea, intorno
alla quale trovano spontanea collocazione i più significativi scenari
socio-politici tanto di ieri quanto di oggi; tale confronto ha comportato
l’esame delle fonti latine alla luce dell’ermeneutica della “doppia scrittura”
(sistema di codifica letteraria e di comunicazione selettiva). Il sito, tra
gli altri, è stato ampiamente recensito da Roberto Campanella nella Guida
ufficiale - curata dal Prof. Michele Girardi - de “La Didone” di Busenello, in
occasione del suo storico ritorno a Venezia al Teatro “La Fenice” nel
settembre 2006, e realizzata con il patrocinio del Presidente della Repubblica
(seguono alcuni passaggi):
A conferma dell’attualità del mito della regina di Cartagine, il
multilingue QDido.org, a cura di Salvatore Conte, diviso in Didone
liberata e Nova humanitas, offre, nella prima delle due sezioni,
qualche ragguaglio sull’omonimo dramma composto dallo stesso Conte, basandosi
sull’Eneide e sul libretto dell’opera in programma questa sera, al cui
riguardo si può vedere riprodotta la stampa originale della locandina relativa
alla prima rappresentazione del 1641 (La Didone). […] A proposito della
rivisitazione del personaggio virgiliano ad opera di Salvatore Conte, troviamo
su altre pagine di Qdido.org tutta una serie di contributi sia del
curatore che di altri studiosi, volti a ridefinire la complessa figura di
Didone (oltre a quella del suo piissimo profugo-amante), distaccandosi
decisamente dalla stereotipata visione tradizionale. La tesi di fondo di Conte
è quella secondo la quale – a ben interpretare il senso nascosto della
scrittura virgiliana – la principale figura eroica dell’Eneide sarebbe
la regina fenicia (di cui si mette in discussione lo stesso suicidio), che
simbolicamente dovrebbe esprimere l’avversione del sommo poeta per
l’autocratico imperatore Augusto (Dido sine veste). Tale
interpretazione sarebbe globalmente comprovata anche dalla versione ovidiana
del mito di Didone (Ovid’s Dido) e, per quanto riguarda i pessimi
rapporti tra l’autore dell’Eneide ed il Princeps, da un saggio
in francese di Lavinie M. (sic), che vede in Virgilio una coraggiosa
voce d’opposizione (Point de rupture). Addirittura secondo il prof.
Bauzá (Università di Buenos Aires) la sua morte sarebbe avvenuta tragicamente
per ordine dello stesso Imperatore, come si evincerebbe dall’analisi di sei
odi oraziane (A. incriminado, in spagnolo). Analogamente la lezione
tradizionale, che vuole Enea costretto a lasciare i lidi africani per volontà
dello stesso Giove viene contestata in Contre-enquête sur la mort de Didon
(in versione francese e italiana) di Jean-Yves Maleuvre, che attribuisce al
pius per antonomasia l’intera responsabilità del suicidio della sfortunata
regina. Quelle descritte sono solo alcune pagine di questo sito, che è davvero
ampio e ricco di sorprese, anche spiritose, tra cui un forum, che
lasciamo alla curiosità dei cultori del mouse.
Sinossi
Il
dramma, grazie al ruolo attivo del narratore scenico, Carneade, ripercorre
l'intero corso dell'Eneide virgiliana, espungendo dai principali eventi del
Poema, l'influsso concreto del Fato e delle Divinità pagane, il cui ruolo
indiretto viene comunque riproposto attraverso vari accorgimenti drammaturgici
e legato soprattutto all’azione dei personaggi mortali.
Nell’opera, inoltre, le due
parti fondamentali dell'Eneide (la prima riferibile strutturalmente
all'Odissea omerica, come la seconda all'Iliade), sono tra loro strettamente
connesse ed interdipendenti, grazie al ruolo esercitatato da Didone.
In tutte le scene emerge lo
sforzo dell’autore di “tradurre” in chiaro la doppia scrittura virgiliana (il
livello più ermetico di Virgilio).
Il lavoro è arricchito da
citazioni espresse e implicite tratte dal libretto dell'Opera lirica "La
Didone" (1641) di Giovan Francesco Busenello, insigne poeta e giurista
veneziano ("Shakespeare di Venezia"), universalmente noto per il libretto de
"L'Incoronazione di Poppea", musicata da Monteverdi.
Il dramma, nel suo complesso,
rappresenta il senso profondo del conflitto tra Didone ed Enea, rivelando i
contenuti della “Vecchia” spiritualità pagana di Virgilio, orientata verso il
Femminino.
Primo Atto:
monta il dramma di Didone (sono annunciate citazioni da Virgilio e Busenello,
attraverso i rispettivi personaggi, evocati da Carneade). Introduzione
di Cadmo, Capitano delle Guardie reali di Cartagine, di Licorida, nobildonna
invaghita dello stesso Capitano, e di Simonide, corrotto Sacerdote del Dio
fenicio Baal, che aspira a ripristinare sacrifici umani. Confronto tra Enea ed
Ilioneo sulla sorte di Didone; Ilioneo s'appella dapprima al debito di
gratitudine, infine da ambasciatore troiano invita a riflettere su un'utile
alleanza con la Regina di Cartagine; Enea decide di partire, mostrando piena
coscienza delle conseguenze.
Secondo Atto:
come il Rinaldo del Tasso e lo Iarba di Busenello, Cadmo sventa il suicidio
dell'eroina: ma a differenza del primo, egli non ne è stato amante; e a
differenza del secondo, il suo intervento non risolve lo stato di abbandono
interiore di Didone. Anna rimane inconsapevole della sventura della sorella.
Iarba reitera con violenza le sue pretese. Didone, incapace di reagire per
amore di Cadmo, reagisce alfine per odio di Iarba: attende così che la "sozza
Dea" lasci Cartagine e si prepara a contrastarlo.
Terzo Atto:
giunto al largo di Cuma, Enea, in sogno, scende nell'Averno pagano. Guidato
dalla Sibilla Cumana, egli cerca Didone, prima tra i suicidi, poi tra i
sovrani che fecero leggi per denaro, ma non la rinviene. Didone intanto,
ignara, è ancora accesa d’amore per Enea. Questi, in difficoltà sulle sponde
laziali, invia Ilioneo a Cartagine. E' così concluso un accordo, favorito
dagli auspici di una coppia di anime giuste, dissimulate sotto le spoglie
divine di Apollo e Minerva. Intervento di Sicheo, la cui Ombra appare a Cadmo
per sciogliere la moglie dall’ingiusta colpa.
Quarto Atto:
Didone e Cartagine intervengono nell'infandum bellum tra Latini e
Troiani. Il Dio Marte, invero anima dannata, tenta di fomentare il conflitto,
inducendo in tentazione Didone, e promettendole la fedeltà di Enea, la
Signoria sul Lazio, ed un glorioso Fato; infine la maledice. Falso aruspicio
della Regina cartaginese. Iarba annuncia ad Anna la morte di Didone; rogo di
magnificazione. Duello con Camilla e morte di Arrunte. Al termine della
scellerata guerra, riproposizione "circolare" dell'incontro tra Enea e Didone
nel VI Libro dell’Eneide, in un contesto reso accuratamente assimilabile
all'originale. Per questa via, confronto psicologico tra i protagonisti, e
mutamento della loro relazione interpersonale. L'anima di Didone è liberata.
Anna è Regina di Cartagine. Ulteriori esiti sono sviluppati lungo due
versioni alternative (ma convergenti) delle scene finali, tra cui quella da
rappresentare è decisa mediante l’interazione tra narratore e pubblico.
Didone Liberata
The work, thanks to the active role of the narrator (Carneade), considers whole
course of the Virgil's Aeneid, expunging from the principal events of the Poem,
the concrete influence of Fate and pagan divinities (both supposed nonexistent),
although their indirect role comes again in the storyline through the pagan
faith of Aeneas and his contemporaries.
In this treatment besides, the two fundamental Aeneid's parts (first one shaped
on Homer's Odyssey, second one on Iliad), are tightly connected and
interdependent, thanks to the role of Dido.
The text is enriched by quotations from the Lyric Opera "La Didone" (1641), by
Giovan Francesco Busenello, Venetian poet and jurist ("Shakespeare of Venice"), also well known for the text
of "The Coronation of Poppea", with musics by Monteverdi.
The figure of Phoenician Eliza/Dido is deeply designed on Virgil's model,
tranfisguring her literary heroism into narrative one.
First Act:
it climbs on Dido's drama (quotations by Virgil and Busenello,
through the respective characters, evoked by Carneade). Introduction of Cadmus,
Captain of the Royal Guards; of Licorida, fallen (not seriously) in love with
him; and of Simonide, corrupt Priest of God Baal.
Second Act: as Rinaldo in Torquato Tasso's "Jerusalem Delivered", Cadmus
saves from death the heroin: there Armida, here Dido; but not as first one,
Cadmus wasn't lover of her; and his intervention doesn't resolve the state of
internal abandonment of her; finally he's not supported by aware Christian
faith. Hyarba renews his pretensions on Dido.
Third Act: Aeneas descends, by dream, to the pagan Ades. He looks for
Dido among suicides and those people that made law for money, but he can't find
her. Dido, by her verse, is still in love with Aeneas. She receives a decisive
mission from two correct souls, disguised like Apollo and Minerva (prophecy
about Roman Empire fall). Development of the character of Sichaeus (Dido's dead
husband), whose Shade appears to Cadmus, and finally to Aeneas.
Fourth Act: Dido intervenes on the infandum bellum (the nefarious war)
between Latins and Trojans. Mars, damned soul, induces her on temptation, and he
finally curses her. Feigned pagan divination (aruspicio) by Dido. Hyarba
announces Dido's death to Anna.
Challenge with Camilla, and death of Aruns.
Meeting between Aeneas and
Dido as in the Aeneid's Sixth Book, in a context carefully assimilable to the
original. By this way, psychological comparison among the protagonists, and
change of their relationship. Ulterior results (outcomes on Roman Empire's
story and meaning. Roots of the "Liberty and Justice for all" ideal. Anna is the new Queen of Carthage and she can rule. More).
International review by Thomas Kailuweit
Der
Autor (S. Conte mag Pseud. sein) verarbeitet in seinem
Internet-Stück die gesamte Aeneis und läßt dementsprechend Personal von Creùsa,
Sicheo und Pigmalione über Didone, Enea und Iarba bis zu Niso und Eurialo
auftreten. Neben diesen agieren frei erfundene Personen sowie außer- und
nachvergilische wie der Erzähler Carneade, der Vergilübersetzer A. Caro (Eneide
1563-66) und der Librettist G.F. Busenello (Cavalli-Oper 1641). Nicht handelnd,
aber einstrahlend ist ferner T. Tasso mit seiner
'Gerusalemme liberata'
1575/81 (cf. Werktitel und 2. Akt). Wörtliche
Zitate aus Caro und Busenello typographisch hervorhebend, spannt der Verfasser
den Handlungsbogen vom heutigen Mantua bis zum Tibertal, wo Didone in das
nefandum bellum der Latiner und Trojaner eingreift – ein karneadisches
Opponieren gegen das Fatum: "E se il Fato complottò in
quel di Cartagine contro gli uomini, noi oggi da esso liberati complottiam
contro tal Fato" (Carneade im Argomento).
T.K.,
Dido - Didon - Didone (about Didone Liberata, N. 0413, p. 141).
DIDONE LIBERATA
L'opera che dopo aver raccolto innumerevoli imitazioni,
artistiche, filologiche, politiche, concettuali,
viene imitata anche nella retorica del linguaggio sportivo...
[LEGGI E CONFRONTA]
Didone Liberata
in scena a Tarano in Sabina:
29 e 31 luglio 2005
(ore 21)
Giardino
Medievale di
Tarano
nell'ambito
della Rassegna estiva di Teatro patrocinata
dall'Amm.ne
Comunale, dalla Provincia di Rieti e dalla Regione Lazio,
con testi di
Franca Rame, Ettore Petrolini, Aristofane, e Luigi Pirandello.
Scarica il Manifesto del Tarano
Teatro FesTival
Si ringrazia
l'Amm.ne Comunale di Tarano,
nella persona
dell'Ill.mo Sindaco,
Prof. Touhami
Garnaoui.
Interpreti Sabini:
Francesca Toniolo (Didone)
Giovanni D'Artibale (Cadmo)
Samuele Nasini (Enea)
Michela Calvanelli (femminil Carneade)
Gabriella Torre (femminil Carneade)
Riduzione Testo:
Manuela Fioravanti
Andrea Maurizi
Costumi:
Elisa Maurizi
Scenografie:
a cura della Compagnia del Melograno
Musiche:
Enrico Scarinci
Regia di Andrea Maurizi
Pubblico e applausi per la Liberazione di Didone:
la Scena della Liberazione |
le prime luci si accendono |
il pubblico è in attesa |
la postazione di A. Maurizi |
Didone Riflessiva |
irrompono le folleggianti Anime di Carneade
(M.C. a sx, G.T. a dx) |
Didone e Cadmo |
scompiglio sulla Scena:
Liberazione in corso |
Articolo a stampa pubblicato sul
Nuovo Corriere di Rieti
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