Il misterioso caso della signorona sbottonata Diabolik: Nata con la camicia (sbottonata) Diabolik: Piovra Sbottonata allunga le zinne su Clerville! di Salvatore Conte (2024)
POW
«Bastardi, avete fottuto i miei ragazzi! Ma adesso vi fotto io!», minaccia tracotante, sicura di sé, dopo averli visti stecchiti sul pavimento.
I due luogotenenti si sono fatti sorprendere. Layla Boyle, grassa e puttana, si veste con un camicione a tunica, fitto di bottoncini: è come una grossa caramella da scartare... e si sente un'Intoccabile...
RAT-RAT-RAT
Layla Boyle - 48 anni, boss della banda più spietata dopo quella di Al Capone - per il momento è salva, perché poco prima si trovava nella sua stanza.
Tuttavia, ecco un poliziotto apparire da un’altra finestra: sono tutte aperte,
la serata è calda.
POW-POW
POW Layla paga però un prezzo pesantissimo: tre proiettili di grosso calibro l’hanno raggiunta al bersaglio grosso, sebbene il tessuto blu del camicione mascheri bene le chiazze di sangue.
Anche lei è stata toccata! Lo sguardo allucinato di chi è morto senza essere stramazzato, il super puttanone lotta contro un avversario intangibile, cercando di non finire a terra. Vuole arrivare alla sua Cadillac nero-verde, uguale a quella di Al Capone, e fuggire prima che ne arrivino altri.
Tenterà di raggiungere il covo principale e di farsi tamponare, una come lei può farcela, anche se le apparenze sono tutte contro.
Layla ci crede.
«Tamponate... idioti...».
Il principio-base è lo stesso dell'olio dei freni nelle automobili, la cui particolare densità
minimizza eventuali perdite del circuito.
DELLA SIGNORONA SBOTTONATA di Salvatore Conte (2024) Anna Frezzante è una grossa puttana, una delinquente, uno squalo che nuota nel torbido mare di droga e prostituzione, famosa nell'ambiente per i suoi camicioni allentati. Ha girato anche un paio di filmetti, ambientati a New York, dove interpreta personaggi torbidi, ispirati a sé stessa. Ha un giro di clienti
fissi, e sembra intoccabile. Omicidio o tragico incidente erotico, non si può
ancora dire con certezza.
Tuttavia, per Anna Frezzante - 54 anni, divorziata,
alcuni precedenti
penali e un lavoro da segretaria come copertura - non c'è più niente da fare, la
bella signorona sbottonata, con un possente fisico da cessa,
è dichiarata cadavere e si attende solo il trasferimento della salma all'obitorio.
La pallottola che ha tolto di mezzo Anna Frezzante è una medio calibro esplosa all'interno della vagina e
fuoriuscita dalla scapola.
Adesso, magari, sembra
un carico di pozzolana, ma dieci anni fa pare fosse la pin-up del quartiere, a
quanto dicono». Nonostante la brutta fine, gli occhi della donna sembrano quasi
distratti. L'analisi prosegue, le
foto si accumulano nelle memorie degli apparecchi. In giro non si vedono foto. L'appartamento è ordinato, quasi
asettico. Il collega prova a toccare un seno, anzi lo palpa decisamente, dopo aver allentato un bottone della camicia; il turgore del capezzolo è consistente.
«Confermo...». Secondo me l'assassino l'ha fatta prima godere con un lungo silenziatore innestato sulla canna della pistola; e poi - esploso il colpo, con lei morente - l'ha fottuta; e solo dopo - ormai cadavere - l'ha schizzata col suo sperma sul camicione». «Dici? Sembra un film...». «Beh... la bella signorona... col camicione sbottonato... e il suo destino maledetto... sembra proprio un personaggio da film». «Comunque, di sicuro l'Oscar non lo vince più. Non ci resta che aspettare che cessi il rigor mortis…
e poi - fatto qualche altro scatto con i muscoli distesi - la consegniamo
all'obitorio». Senti... vogliamo girarla?».
Anna sembra annoiata da questa sterile conversazione, gli occhi che
fissano il soffitto sembrano dire: «Che aspettate?». «Fare altre foto solo
per noi, dici?». «Una fine tremenda, hai ragione... ma pensa se il proiettile fosse uscito dalla testa... ci ritroveremmo il cervello della signora sparso per la stanza... Almeno
così ha avuto il tempo di stringere il culo...». A me
farebbe dannatamente comodo...». La Frezzante è stata scopata e inculata. I due se la sono passata e ripassata. E da trapassata ha
di certo due
estimatori in più, le stanno palpando le tette, tirando i capezzoli... ma sempre
rimettendo a posto il camicione, che è una sorta di seconda pelle, la sua
divisa d'ordinanza da gran puttana. Vorrei tanto capire come abbia fatto l'assassino a metterle una pistola nella fregna». Per me è andata così... ascolta... La Frezzante è una grossa puttana, molto sicura di sé, fissata con questi camicioni sbottonati. Si sente una Regina, l'erede di una grande donna del passato, non so quale.
Ha un
giro di clienti fissi, ma commette un errore imperdonabile: uno di questi nota la piccola cassaforte in cui custodisce la sua fortuna, e
ricostruisce la combinazione, guardandola di nascosto; a quel punto gli viene
un'idea. Che ne dici?». «Dico che la Frezzante
non meritava di crepare, visto che è così bona... ohh...», e continua a
infilzarla. «Guarda! Sta crepando adesso! È come se fosse
un film!», Anna sembra
quasi sporgersi per rivedere il finale. «Queste sono donne da sposare... magari ne avessi trovata una così...».
«Guarda... non si ferma...». Senti... cosa abbiamo qui? Una mezza dozzina di reati
e illeciti disciplinari, che però hanno contribuito a riattivare
qualcosa in questo cadavere da gran puttana...». In realtà, una volta mi ha confidato che cerca solo delle cause apparenti... nel senso che - nei rarissimi casi di risveglio - ogni volta aveva impiegato tecniche differenti, che falliscono nella stragrande maggioranza dei casi; in sostanza, lui procede per tentativi, senza alcuna logica; ecco perché le ritiene delle semplici cause apparenti». «In che senso, scusa?». «Nel senso che sarebbe la Matrix a decidere il risveglio, in maniera assolutamente casuale, attraverso algoritmi specifici, oppure con riguardo all'efficacia della narrazione: se è una bella fica, e ha ancora gente intorno, perché non risvegliarla? La famosa favola, quella del bacio, non avendo un'effettiva tradizione letteraria a monte, altro non sarebbe che una rivelazione dell'algoritmo, che d'altra parte è il nome proprio di un matematico arabo, che ha introdotto nel mondo le cifre 0 e 1, che sono alla base della Matrix». «Mi sembra abbastanza folle. Però in effetti il cadavere non si sgonfia... il rigor mortis non può durare così tanto, c'è qualcosa che non quadra. E la pupilla... non si è spostata...?!». «Allora, ci proviamo?».
TRE MESI DOPO LA FINE «Dunque, che abbiamo qui? Due sbirri che sbavano sui miei camicioni... e che magari mi vogliono sposare... Ma io sono solo una puttana, ragazzi... una grossa puttana; o perlomeno, lo ero». È seduta sulla poltrona, e indossa con la solita maestria il suo camicione rosa da puttana. «Ora mi ritrovo al verde e senza un lavoro... Un disastro, se non fosse per voi due... che ci tenete tanto a me e a miei camicioni... Ho come la sensazione che tra noi tre ci sia stato qualcosa di intimo...». I due si guardano increduli. «Anna... tu sei la più potente signorona che abbiamo mai incontrato. Indistruttibile!», tanto per sviare il discorso. «Signorona un cazzo... io sono una grossa puttana; o perlomeno, lo ero. Di uomini ne ho fatti impazzire tanti, ma voi li battete tutti. Indistruttibile? Forse. Ho una teoria a riguardo e ve ne parlerò... anche le puttane pensano... State attenti ad Anna Frezzante... non è una tipa tanto raccomandabile... estorsione, spaccio, truffe... e voi lo sapete; però neanche un giorno di galera, grazie alle mie tette e a tutto il resto. Dieci anni fa ero ancora perfetta, ma sono una grossa fica anche a 54 anni. La droga la passo agli altri, io non mi faccio; ci tengo a non rovinare il campo di gioco. Dove ho sentito questa espressione? Non è da me, io non seguo le partite. Uno dei mie clienti un giorno mi parlò di una certa Matrix. Mi incuriosì. Sono una vecchia puttana, ma so usare anche il cervello. Il problema è che io sono andata e venuta... sono crepata, capite?! Chi è che decide, allora? Tutti questi strani risvegli... gente che si risveglia nella bara... all'obitorio... o con un cazzo in bocca... Non sembrano esserci regole. Chi governa il sistema? Una persona, più persone o un computer? Un software che crea storie, nel passato, nel presente e nel futuro, con qualche variante e qualche sorpresa, e che - per fare questo - prende spunti dalle storie imbastite dai noi stessi, personaggi che recitano a soggetto...». «Niente male per una donna che si definisce una grossa puttana...». «Non ho ancora capito come voi abbiate influito sulla mia storia, ma qualcosa avete fatto, avete stuzzicato la Matrix, e la Matrix mi ha ributtato nella mischia. Perché io ero crepata... andata e venuta... Ma state attenti... mi piace spremere i maschi, usarli... e potrei farlo anche con voi... Questa storia in cui ho perso il controllo... mi ossessiona... ho fallito... sono diventata cadavere...». «Ci credo... con quella pallottola che ti sei beccata...». «E meno male che non ti è passata per il cervello...». «Se sono viva, forse lo devo a due sbirri cazzoni come voi. Però badate che ho inventato io i camicioni sbottonati, nessuno li porta come me...». NOVE MESI DOPO LA FINE «Sono finita, ma devo tirare avanti, convincere la Matrix a darmi più tempo». È diventato il suo mantra, la sua litania. La pallottola che l'ha tagliata in due le ha presentato il conto: un tumore galoppante all'intestino arrivato presto allo stadio 3 e ora passato allo stadio 4. La Frezzante tira avanti con prelievi di ascite dalle budella e qualche pasticca. Secondo certi menagramo, dovrebbe essere già morta. Ma la ferrea volontà di vivere l'ha tenuta in piedi, a dispetto dei pronostici avversi. I due sbirri le sono rimasti vicini. Ma niente scopate. Non può più permetterselo, dopo il colpo che l'ha devastata. Anna Frezzante è l'attrazione principale alla festa del boss. Sempre puttana, con il camicione rosa sbottonato aggressivamente, i capelli color ravanello in tinta con il suo prezioso indumento, la signorona sembra non avere limiti. Scampata miracolosamente a un tentativo di omicidio, ora è malata terminale di cancro, eppure si sbatte ancora nei migliori party del giro, mostrandosi in piena forma. Il boss la fissa, a tu per tu. «Quanto ti manca?». «Sono finita, ma ho imparato a gestirmi. La morte... cough... non è imminente, ho ancora il controllo, un margine... cough... di sicurezza... che posso gestire». «E quando non ce l'avrai più?». «Improvviserò. Sono finita, ma di sicuro... cough... non voglio crepare. Farò di tutto per salvarmi». «Insomma non c'è pericolo che, da un momento all'altro, arrivi la notizia della tua fine...». «Te l'ho detto, boss... Adesso come adesso... cough... non sono in pericolo di vita, mi sto gestendo... cough... ho solo questa dannata tosse...». «È arrivato al polmone?». «No, allo stomaco... è tosse che viene dallo stomaco...». «Perdere una come te, Anna, significa perdere molto...». «Lo so... perciò... cough... voglio tirare avanti...». «Alla fine della serata ti farò riaccompagnare a casa. Voglio essere costantemente informato sulle tue condizioni. Se hai bisogno di soldi, dimmelo. Per quanto puoi tirare avanti?». «Tra non molto... cough... dovrò mettermi a letto. Poi mi gestirò con la radioterapia domiciliare... cough... bombardando le metastasi più gravi... per guadagnare tempo... cough... avrò difficoltà a respirare... ma sarò assistita... cough... da due amici...». «Sì, quei due... Se vai in crisi, voglio essere informato. Sarò al tuo capezzale, Anna». La signorona annuisce. Sa che è finita e che le manca poco, perché è arrivato pure al pancreas. La radioterapia è molto rischiosa. Ma concederà solo a loro due il lusso di vederla morire. «Sembrava stesse bene, l'altra sera: come è possibile?», questo è ciò che si dirà in giro, quando si diffonderà la notizia che la potente Anna Frezzante è in fin di vita nel proprio letto, con frequenti mancamenti; scatterà il panico tra i tanti estimatori e una morbosa voglia di notizie, tra il timore che possa arrivare la fatale conferma da un momento all'altro e l'illusoria speranza di una disperata reazione della signorona sbottonata. Intanto si raccomanda al Principe Azzurro. Non c'è altro da fare. di Claudio Chiaverotti e Salvatore Conte (1998-2024) «Ehi! Brendon non si separa da quella puttana neanche per un minuto...».
«E perché dovrebbe? Brendon si è fatto furbo: con Anna Frexa si è messo a posto!».
«Faceva la troia di lusso a Tull, era chiamata la Sbottonata... A parte questo, è una buona a nulla; l’unica cosa che le riesce bene è farsi cascare addosso i suoi camicioni... gira con la pistola, ma dubito che sappia usarla; pare che in molti avessero promesso di spanzarla a Tull, la sua pancia gonfia era un richiamo irresistibile... ma qualche demone deve averla protetta, se è arrivata fin qui. Davvero, però, non capisco come a quello scemo sia venuto in mente di tirarsela dietro... con 50 anni sul groppone e la panza da cessa!». «Anna è una seguace della Luna Nera e pare che Brendon, rinnegando le sue vecchie battaglie, le abbia promesso potere e sangue, pur di averla tutta per sé». «Tutta per lui, d'accordo, ma sempre sfondata e allargata... davanti e dietro... davvero intende farci coppia fissa?». «Lei è più vecchia di lui, prima o poi Brendon si stancherà, ma al momento se la tiene stretta». «Però mi fa ridere: un'adepta della Luna Nera quella? Al massimo una zoccola...». «Vacci piano, non è una qualunque: era la Super Cagna di Tull, prima di mollare tutto per quel bellimbusto. Lo sai che ogni città della Nuova Inghilterra elegge una Super Cagna, no? Certo... è un'elezione informale, fatta nei vicoli, nelle taverne, fatta di chiacchiere e sborra, ma può dirsi un'elezione popolare a tutti gli effetti. Credo abbia capito che ormai doveva prendersi un uomo, prima di una coltellata nella panza...». «Hai detto però che è troppo vecchia per lui...». «Questo è vero... la signora ha i suoi anni, ma non è decrepita; e per certi versi pare indistruttibile. Entrambi hanno capito di dover mettere la testa a posto e di farsi comodo a vicenda. Lei aveva bisogno di un appoggio per scalare la setta. Lui di una compagna fissa, da spremere fino in fondo, sia nelle indagini, sia per avere un buco sicuro dove metterlo...». «Anche due, se per questo...». «Beh, certo... una come quella ce l'ha larghi tutti e due...». «Sarà... ma a me sembra sfatta, finita... una vacca senza cervello, destinata a finire male...». «No, non è finita. Si dice che la Sbottonata valga migliaia di regine e sia molto ricercata dai collezionisti della Nuova Inghilterra: alchimisti, borgomastri, mercanti... gente influente a cui interessano cose particolari... Il loro motto suona così: "Le cose belle sono poche, perciò vanno collezionate"». «A me sembra una cessa sfondata...». «Non essere avventato, amico mio. Ha fatto zampillare più liquido lei che la fontana centrale di Adelphia!». «Non ne discuto il passato, ma il presente...». «Donne così aumentano il loro prestigio con il passare del tempo, anche perché difficilmente arrivano a superare i 50 o i 60 anni...». «Ti riferisci a delle coltellate, profonde e ben messe, che le tolgono di mezzo prima del tempo?». «Proprio a quelle, infatti. In genere, le ritrovano in qualche vicolo, o a pancia giù in un canale». «Ma la Sbottonata l'ha sempre fatta franca...». «Vedo che cominci a ragionare».
«Una puttana trasformata in mercenaria: niente male come strategia...». «Bell'acquisto, allora... «Puoi dirlo forte, amico mio... andiamo a sbronzarci, dai...». «Dopo questo lavoro, voglio prendere una casa di lusso in centro-città. Da lì voglio dominare il mondo. Con te... Brendon...». «Avrai tutto quello che meriti, Anna. Basta cazzate, anch'io voglio potere; insieme, tu e io, non falliremo...». Quando lo scontro sembra ormai finito, uno dei banditi ha un sussulto e accoltella Anna nel fianco. Il colpo è mortale, ma la Sbottonata non lo so ancora: lei pensa di salvarsi, mandando a cercare un dottore o un alchimista. Gli amici di Anna accorrono al suo capezzale, sperando di trovarla ancora in vita, perché le notizie che vengono diffuse non sono buone; nel frattempo, la donna viene trasportata al piano di sopra, in una camera della locanda dove è avvenuto il regolamento di conti. Ad Anna viene il dubbio di avere poco tempo, così chiede di far venire subito la figlia Klasta, che lavora in un'altra locanda. «Pensa a te, risparmia il fiato, ne avrai bisogno...», le suggeriscono gli amici raccolti intorno a lei. Ma l'istinto materno è troppo forte. Tuttavia, quando le viene detto che la figlia è troppo impegnata per venire da lei, Anna diviene livida in volto... «È solo una puttanella... hh... hh...», detto questo, le manca il respiro! I suoi amici sono presi dal panico: pensavano avesse più tempo. Le sollevano il capo per farle bere qualcosa di forte. Sono tutti in trance, di fronte al suo camicione sbottonato fino allo stomaco. Anna capisce che la figlia è coinvolta nella rissa, che è stata lei a organizzare l'agguato e la sua stessa morte. E vuole la sua vendetta. «Mettetemi su una sedia con le ruote... e portatemi da mia figlia... voglio vederla morta...». Poi si rivolge direttamente a Robert, uno dei suoi compagni più fidati: «Ora ho capito... lo so... siete tutti nel panico... e anch'io lo sono... non pensavo di rimanere uccisa... ma ne ho per poco... hh... Klasta... mia figlia... mi ha tolto di mezzo... vuole prendere il mio posto... hh... ma è solo una puttanella... portami da lei...». «Ti porterò da lei, Anna. Morirò proteggendoti. Tu sei la Sbottonata della Nuova Inghilterra. Sono pronto a morire al tuo fianco». «Sei un bravuomo... Robert... hh...». «Anna... devi essere pronta a tutto... Ma se devi crepare, io morirò con te...». «Robert... io... non voglio morire... non posso... perdere... il mio potere... hh... io... sono potente... io... sono... la Sbottonata...». «Anna, farò quello che vorrai, per amore e rispetto verso di te. Lei morirà e tu vivrai. So che vorresti farlo con le tue stesse mani, ma lasciala a me, così che tu possa vivere. Klasta è pazza e pericolosa. Io non ho paura di morire, se è per servirti, Sbottonata...». «Sei bravo... Robert... ma io... ho paura... non voglio morire... hh... il panico... mi blocca... hh... io... io godo... a toccarmi... le zinne... Uccidila... e toccami... prima... che sia troppo tardi... hh... hh...». Gli occhi della Sbottonata si rivoltano dietro la testa. Anna sta perdendo il controllo. «Anna! Non crepare, per
favore... io ti amo... tutti i tuoi amici ti amano... le tue tette sono
magnifiche... tu sei la Sbottonata!», Robert, completamente in trance, palpeggia
le tette di Anna, rimettendo poi a posto il camicione
allentato ad arte. «Klasta pagherà per quello che ha fatto! Te lo giuro, Anna! Se un telo di juta
calerà su di te, vorrà dire che un altro telo calerà su di me!». Gli occhi della Sbottonata sono fuori dalle orbite, è spaventata da morire. Le zinne sono imperlate di sudore freddo. Con la mano si afferra nervosamente a un lembo del camicione, vicino al collo: ha paura di rimanere senza fiato da un momento all'altro. Probabilmente Anna ha perfino dimenticato Klasta. Con l'altra mano afferra il braccio di Robert, cercando conforto, mentre sente la morte arrivare. «Hh... Robert... aiutami... dimmi la verità... hh... ma sii gentile... ho paura che... hh... hh....», Anna è completamente nel panico, mentre crepa come una lurida puttana, accoltellata a morte in una taverna. «Klasta ha minacciato gli alchimisti della città, nessuno verrà ad aiutarti, Anna...». «Allora sbrigati... uccidila... hh... e torna da me... hh...». Robert non perde altro tempo: insieme agli altri si dirige verso la locanda dove lavora Klasta. Lo scontro è immediato e furioso. Robert viene colpito a morte, ma anche Klasta rimane uccisa. La Milizia non si intromette. Gli amici di Anna hanno vinto, ma è soprattutto lei ad aver vinto. Robert le viene a morire sulle cosce, mentre gli alchimisti, liberi dalle minacce, cercano di curarla. «Anna... l'ho fatto per te... la puttanella è morta... io sarò sempre con te... hh... hh...». «Robert... ho paura... io non posso morire... hh... io sono... la Sbottonata... io... ho le tette... hh... hh...», Anna si guarda intorno con ansia, cercando di intuire il responso degli alchimisti, che però sembrano semplicemente aspettare. Robert è morto e ora tocca a lei. Gli alchimisti escono costernati, Anna è rimasta a bocca aperta, gli occhi fissi al tetto della stanza, con la faccia di Robert in mezzo alle cosce morte. Poco dopo entra la lettiga della Milizia e porta via il corpo di Anna, coprendolo con un telo di juta. Un braccio cade a penzoloni nel vuoto, suscitando orrore e clamore tra i presenti. Dietro di lei, marcia la lettiga con il corpo di Robert. Lui gliel'aveva detto, ma lei non ci aveva creduto. «Stupida cagna! Pensava di salvarsi...». Uscito il corpo, rimangono i commenti. E c'è già la fila all'obitorio della Milizia, per rivederla un'ultima volta. Il camicione è rimasto sbottonato, ma le tette sono rigide come il marmo, anziché molli e a penzoloni come al solito; il volto è pallido, completamente scolorito. Per il resto sembra stia dormendo. Il medico spiega al Capo della Milizia che a uccidere Anna Frexa è stata una coltellata nel fianco, che le ha provocato un'emorragia fatale. «L'assassino è stato ucciso a sua volta, il caso è chiuso...», conclude il Capo. «Dottore... mi tolga una curiosità... Anna poteva salvarsi?». «No. In questi casi c'è poco da fare». «Allora, doveva averlo capito anche lei...». «Non lo so, il panico in certi casi impedisce di ragionare. Penso abbia cercato di ignorare il problema fino all'ultimo. Ma non poteva fare niente: è morta completamente dissanguata. Se sollevate il camicione, vedrete la pancia di Anna gonfia del suo stesso sangue. L'emorragia, infatti, è stata per lo più interna». «Una brutta fine, anche per una come lei... Puoi andare, adesso. L'autopsia non è necessaria. Il caso è chiuso. Fuori tutti! Lo spettacolo è finito! E non si replica!», il Capo della Milizia fa sgombrare amici e curiosi sopraggiunti in massa all'obitorio. Anna viene di nuovo ricoperta dal telo di juta. Rimane in compagnia degli altri cadaveri, nello squallore dell'obitorio. Ma c'è una visita per lei. Dal retro, per discrezione, entra una figura di prestigio. È il Borgomastro. Per diffusa consuetudine, spetta al primo magistrato l'incombenza di dare l'intimo saluto a chi lascia il mondo dalla città governata. Certo, dipende dai casi. Il magistrato ha facoltà di soprassedere. Ma in questo, non v'è ragione di rifiutare l'adempimento. Tuttavia, data l'eccitazione generale diffusasi in città per la gran troia rimasta uccisa, il Borgomastro ha preferito non farsi notare troppo. È lui che solleva di nuovo il telo. Rimane come ipnotizzato a fissarla. Poi si concentra sulla ferita che l'ha uccisa. «Stupida...», sibila tra i denti. «Che fine... Tanto non credo che sentirai dolore...». Il Borgomastro è venuto all'obitorio con un coltellaccio da cucina, non troppo diverso da quello che ha ucciso la Sbottonata. La tentazione di riprodurre l'omicidio è stata troppo forte. Vuole vedere come sta con il coltello immerso nel fianco. Poi seguirà il rito dell'intimo saluto, riservato ai primi magistrati. «Lurida puttana...». Il Borgomastro digrigna i denti e sferra il colpo. SZOCK! «Ed è qui che mi risveglio, tutta sudata...», si tocca il petto con fare da troia. «Sei brava a raccontare storie...». «È un sogno, non una storia...». «Ce l'hai davvero una figlia?». «No». «E questo Robert... chi sarebbe?». «Non lo so davvero, mai conosciuto nessuno che gli somigli nemmeno un po'». «Hai mai ucciso?». «Qualche volta». «Per rubare o per difenderti?». «C'è molta differenza?». «Un po'». «Quindi non ce n'è molta...». «Hai qualcosa in più delle tette, Anna...». «Ne dubitavi?». «È questo il sogno che ti ha convinta a cambiare vita?». «Certo, non voglio finire male». «Vuoi la mia interpretazione? La figlia è il tuo passato, ciò che hai generato vivendo. La tua stazza, la tua potenza, la carne... il titolo di Sbottonata... e di Super Cagna... tutto questo porta invidia... e poi c'è la vendetta di quelli che hai fatto fuori... Robert rappresenta il tuo desiderio di essere protetta e che hai riversato su di me. Un coltello si agita pericolosamente intorno alla tua bella pancia... devi stare attenta, Anna...». «Tu non faresti niente per difendermi?», gli sbatte le zinne addosso. «Non siamo sposati, Anna... tu sei una zozzona... ce l'hai larga come la Porta di Adelphia... e io non posso prendermi troppi rischi per te». «Vuoi che me ne vada, Brendon?». «Non ho detto questo, ma non voglio che tu faccia progetti a lungo termine». «Guarda che in molti vorrebbero essere al tuo posto, Brendy. Non vorrei ricordarti che in fondo sei solo un bellimbusto che si è lasciato dietro un'infinità di vecchie troie e giovani puttanelle. Hai portato sfortuna a un sacco di donne e io non voglio finire male per causa tua». «Hai deciso di
andartene?». Ma stai attento, potresti perdermi e vedermi nelle braccia di un altro». Lui le stringe i fianchi larghi e le fa sentire il cazzo duro. «Io ti piaccio... sono la tua zoccola, adesso, Brendon... io e te possiamo durare... non sono vecchia... e non sono finita... Nel culo, però... ho bisogno del tuo cazzo nel culo...». Anna non si toglie il camicione nemmeno quando scopa. Super Cagna, ma soprattutto Sbottonata... «Anna... ma quanto sei bona? Va a finire che non mi stacco più...». «A 60 anni... con una panza tanta...», allarga le braccia per dare l'idea, «vedrai come ti stacchi...!», e ride da cagna, sapendo che in realtà rimarrà bona a qualunque età. «Anna, sei una lurida vacca: anche a 60 anni farebbero la fila per pisciarti dentro!», lui conferma. «E tu, Brendon, sei un grosso maiale... e anche furbo... hai capito che una come me non la trovi più... e non te la fai scappare... Zozzo!».
di Salvatore Conte (2023) Il colpo è andato liscio
come al solito.
Colpo dopo colpo, ha
messo su un mucchio di soldi. di Salvatore Conte (2024) Pamela Shoop è una grossa puttana assassina.
Pesca all'amo le sue vittime e poi le uccide; e se capita il galletto giusto, gli spreme un po' di grana, prima del grill. Il suo ultimo bersaglio, un certo Robert, c'è cascato come un pesciolino. La donna lo attira nel bosco sul lago, e quindi tira fuori la pistola, quando tutti - al cinema - si sarebbero aspettati il contrario. Sorride da stronza all'uomo di fronte a lei, per fargli capire che fregarlo è stato fin troppo facile. «A me piace ammazzare... ti sparerò un colpo in pancia e vedrò morirti lentamente... Ma prima... hai un lavoretto da fare... Guarda sotto quelle frasche...». Robert non può che obbedire. Occultato sotto il fogliame, c'è un badile. Il messaggio è chiaro. La grande zoccola si accende una sigaretta e lo fissa beffarda, mentre lui si scava la fossa. «Hai fatto un buon lavoro, Robert: è tempo di morire e di rotolarci dentro lentamente... Quanti anni mi dai?», un vezzo della Big Whore, prima di sparargli. A volte rimangono fulminati e non hanno tempo per rispondere. «45... al massimo 48... in ogni caso sei molto bella...». «Ne ho 52, Robert, ma sono sempre una gran puttana, una Big Whore... Questo è un titolo supremo, a cui pochissime donne possono accedere. Lo sai cosa significa? Che io voglio essere la più grande... In fondo mi dispiace che tu debba morire, sembri un uomo gentile...». «Pamela... mi concederesti un ultimo desiderio? Sei molto bella, anche a 52 anni. Scommetto che sei una grandissima mignotta. Fatti scopare, prima di ammazzarmi... Affare fatto?». «Spiacente, ma non sei nella condizione di concludere affari, Robert. Però possiamo metterla in un altro modo: lasciamo aperta questa fossa, e tu portami il cadavere della mia più grande rivale. Ci finirà lei dentro, e tu sarai salvo. Per garantirmi la tua osservanza, indosserai un braccialetto programmato per inocularti - tempo 24 ore - un veleno mortale e rapidissimo. Se proverai a toglierti il braccialetto, morirai subito. Solo io posso inserire il codice di sblocco. Sembra un comune orologio digitale; ma non lo è. Hai 24 ore di tempo per tornare qui con il cadavere di Anna Frazer: la Big Whore si chiama così. Ti mostrerò una sua immagine.
Dopo aver servito nelle più squallide paninoteche, adesso lavora da McDonald's; avrai l'indirizzo.
Affare fatto?». «Non penso di avere molta scelta... Ma sono sicuro che anche tornando qui con il cadavere di questa Frazer, nella fossa ci finirò pure io... D'altra parte, questa donna potrebbe essere perfino più pericolosa di te, e io rimanerci secco in meno di 24 ore. Spero almeno che lei sia più generosa di te e si faccia scopare prima di uccidermi... Comunque, se sarò ancora vivo, mi rivedrai qui, domani». CLICK «Bene. Sono le 18:54. Non perdere tempo, Robert. E non risparmiare piombo quando farai fuori Anna... quella troia è così grossa che può mangiare e digerire una dozzina di colpi...». «Farà indigestione di piombo, te lo prometto». Anna Frazer sta servendo ai tavoli di McDonald's come al solito. È sempre molto sicura di sé, sempre sbottonata. È un'attrazione per il ristorante, che infatti - grazie a lei - incassa un mucchio di dollari. E ora sta arrivando al
tavolo di Robert, per prendere il suo ordine. «Un menù Big Whore, per cortesia...».
Anna lo capisce al volo, è abituata ai clienti che l'abbordano senza tanti giri di parole. La donna si siede di fronte a lui. Robert ha già pronta la sua calibro 45 automatica e la punta - da sotto il tavolo - contro la pancia di Anna. È un calibro adatto a lei, che è una specie di bisonte femmina, con la camicia slacciata fino allo stomaco e il profilo di due zinne cedenti, portate senza reggiseno, sorrette solo dal grasso della pancia. Robert ha il dito sul grilletto, ma qualcosa lo blocca. Anna è bella e dolce, nonostante sia - con tutta evidenza - una Big Whore. C'è qualcosa in lei... un'aria da svagata strappona... da zoccola che non si prende troppo sul serio... che la rende simpatica... e al tempo stesso bagascia fino in fondo. Pamela, invece, è troppo seria, troppo perfetta! Anna percepisce il nervosismo di Robert, capisce che qualcosa non quadra, e reagisce prontamente, estraendo la sua pistola, nascosta sotto la camicia, tra i rotoli di ciccia della pancia, puntandola contro l'uomo, pure lei da sotto il tavolo. Il rapido movimento non sfugge a Robert. «Calmati... devo parlarti...». Robert le racconta tutto, a costo di giocarsi le sue ultime possibilità. «Anna... sei in terribile pericolo... una certa Pamela Shoop - o come si chiama davvero - ti vuole morta. Mi ha mandato qui per ucciderti, ma non ho potuto...». La Frazer non è affatto sorpresa. «Pamela Shoop è il suo vero nome. Una Big Whore ama la pubblicità. Se ha un problema con le divise blu lo risolve a modo suo: un bocchino al Capitano e l'inchiesta schizza... sul tavolo del detective più incapace del distretto... hai afferrato...?», la grossa puttana sorride divertita. «Pamela ha già provato a farmi fuori, però devo ammettere che con la tua aria da fesso mi avevi quasi fregata... Ho un debito con te, Robert. Ti aiuterò a salvarti e a far fuori Pamela Sh...oohh...!», d'improvviso Anna manda un gemito di dolore e serra la mascella. «Anche tu devi sapere qualcosa, Robert... la Shoop non è il mio unico nemico. Ho un grosso cancro all'intestino, molto aggressivo... Non so quanto tempo mi rimanga, ma so che non voglio morire. Mi piaccio molto, mi piacciono le mie tette, la mia carne abbondante e la moda che ho lanciato, fatta di camicioni sbottonati portati fuori dai pantaloni. So di essere una grossa puttana, forse la più grande Big Whore, e posso tenermi il titolo ancora per molti anni. Anche il cinema si è accorto di me. Sto girando un film importante, nel ruolo della protagonista. Questo è un bozzetto del poster...
Però voglio evitare che la trama del film si avvicini troppo alla realtà... I produttori non sanno nulla di quello che ho nella pancia, altrimenti potrebbero andare su qualche sciacquetta; mentre io ho bisogno di soldi, potere e pubblicità. Voglio sopravvivere a entrambi i nemici, Robert. Mi aiuterai? Hai qualcosa da suggerirmi? Dimmi cosa ti piace veramente di me, Robert. Anche la Shoop è molto bella, più di me, per certi versi...». Robert è ormai impazzito per Anna, anche se è condannata dal tumore. Guardando il logo di McDonald's, gli sembra di vedere le zinne della Big Whore.
«Di te mi piace tutto, ma quest'aria da svampita, con cui giri per i tavoli, ti rende perfetta. Secondo me, anche se stai per diventare famosa, dovresti rimanere qui. Non bisogna sradicarsi dalle fonti del proprio potere...». «Parli come una persona saggia, Robert... anche tu non sei quel fesso che sembri». L'uomo se la mangia con gli occhi. «Anna, tu sei la più bella puttana che io abbia mai visto. Io ti amo. Ci occuperemo di Pamela e dei tuoi problemi medici. Mi piacerebbe morire per te. Comunque tu farai il tuo film e diventerai una star. Fidati di me, ho un piano. Metteresti la tua vita nelle mie mani?». «Robert, io mi fido di te. Avresti potuto spararmi, ma non l'hai fatto. Non dimenticare, però, che mi è rimasto poco tempo: il tumore mi mangia le budella giorno per giorno e per tirare avanti devo prendere queste maledette pillole, che forse fanno ancora più male del cancro stesso. Spero almeno di finire il film. Quale sarà la nostra prossima mossa? Domani mattina ho un controllo medico molto importante: l'ecografia mostrerà l'avanzamento del cancro rispetto all'ultima rilevazione; spero che abbia rallentato e che non arrivi tanto presto al pancreas, perché a quel punto ci sarebbe poco da fare. Verrai con me, dal medico?». «Anna... io sono molto ricco. Sposami. Tu avrai tutta la mia ricchezza. Io posso procurarti i migliori dottori e tu supererai il cancro. Ma prima di questo, dobbiamo sconfiggere Pamela... Mi sposerai?». «Ti sposerò, Robert. Ho bisogno del tuo aiuto e del tuo denaro. Non dimenticare, però, che tanta gente ricca è crepata di cancro, nonostante i soldi spesi. Io voglio sapere la verità: se è finita, oppure no...». «Anna... quella gente non aveva il tuo fisico... io spenderò tutto il mio denaro per salvarti. Ci sposeremo subito. Poi ci occuperemo di Pamela insieme. Sono più preoccupato di questo nemico che dell'altro. Pamela è una puttana assassina. Sappi, comunque, che io sono disposto a morire per te, Anna. So chi sei, Big Whore. Io sono soltanto uno dei tanti per te, ma voglio dimostrarmi degno di essere tuo marito...». «Tu sai che sono una grossa puttana, Robert. E che non posso cambiare. In ogni caso, noi ci sposeremo subito; poi saprò dal mio dottore tutta la verità, e prima delle 18:54 di domani noi faremo fuori Pamela Shoop, ma solo quando la zoccola avrà rivelato il codice di sblocco del tuo braccialetto». Anna e Robert vanno a cercarsi un prete e si sposano. L'uomo si chiede se presto non servirà loro anche per l'estrema unzione. Poi si preparano all'azione. Big Whore è spaventata dal piano di Robert: dovrà fingersi morta, ricoperta di sangue finto, per ingannare Pamela. «In fondo sei un'attrice, no?». Anna è obbligata ad accettare, se vuole sfruttare i soldi di Robert... La scena è pronta e anche la Shoop è arrivata! Big Whore è ancora sconcertata dal responso degli esami medici, ottenuto in mattinata: il cancro continua a crescere, aggressivo, e ha prodotto metastasi multiple nel fegato e le prime macchie al pancreas. Il medico non le ha detto tutta la verità, ma lei l'ha capita... Con la rabbia che le esplodeva dentro, Anna - con i soldi di Robert - ha subito prenotato una radioterapia urgente: vuole reagire immediatamente e fare di testa propria, anche se il medico l'ha avvisata che quella terapia potrebbe rivelarsi più dannosa che utile...
«Stai tranquilla, le proveremo tutte, amore... con tanti soldi si prende anche l'adrenocromo», il marito ha subito cercato di lusingarla con qualche speranza. Perfino da McDonald's il capo del personale ha capito tutto, leggendo i giustificativi medici della famosa dipendente... L'avviso di ricerca personale parla chiaro. Come se non bastasse, i produttori del suo film sono preoccupati che lei non riesca a completare le riprese. Intanto hanno deciso di cancellare il sequel, "Il Ritorno di Big Whore", e di conseguenza hanno modificato il copione del film in corso di realizzazione, appesantendo la caduta e facendo morire Big Whore nell'ultima scena, quando la protagonista - alla guida di un'auto - viene raggiunta da una pallottola alla schiena e spira in macchina, tra hamburger e patatine fritte, dopo aver sfondato la vetrina di un fast-food...
In questa scena la cinecamera stacca sui curiosi che la fotografano con i loro cellulari: "Guarda che zoccola... sbottonata fino all'ultimo...", dice uno a un suo amico, mostrandogli una foto; "Giramela subito", risponde l'altro, mentre un tizio le infila un centone in mezzo alle zinne, come si fa con le puttane nel bel mezzo di uno show.
Sembra proprio che Anna stia perdendo tutto! «La grossa puttana è morta?», chiede Pamela a Robert. «È fottuta, le ho riempito la pancia di piombo», l'uomo indica il corpo a terra, la camicia è inzuppata di sangue. «Ha sofferto e chiesto pietà?». Robert annuisce. «Quante pallottole ci sono volute per ammazzarla?». «Sembra incredibile, ma con 12 pallottole in corpo, dico 12, ancora singhiozzava... Ho dovuto finirla con altri due colpi nello stomaco...». «Te l'avevo detto, no? Aveva addosso un quintale di carne. L'importante è che sia finita. L'unica Big Whore in circolazione adesso sono io...». «Bene, io ho fatto quello che dovevo fare. Ora sta a te darmi il codice...». «È giusto, questi erano i patti... il codice è... "credi-che-io-sia-fessa"...?». Pamela ha mangiato la foglia! «Maledetto...! Volevi fregarmi...!», la Shoop estrae una pistola dalla schiena e spara due colpi nella pancia di Anna, che a sua volta sta puntando la sua verso di lei. Robert ha la possibilità di fottere Pamela, ma è succube anche di lei, e questo attimo di esitazione permette alla Shoop di piazzargli tre colpi in corpo. È finita. Il titolo è davvero suo. Big Whore torreggia su Anna. «Pamela... non voglio morire... cough...», indebolita dal cancro, la Frazer sembra in fin di vita. Colta dal panico, si rivolta a pancia sotto, la faccia schiacciata sulla terra fresca. Grassa e sconvolta, sembra una balena spiaggiata.
«Non ammazzarmi... ti prego...», la Frazer implora la sua rivale. «Non ho mai voluto farlo, Anna. Mi piace la tua carne... Ero anche in ansia per il tuo cancro, mi sono informata su tutte le tue visite. Così ho scoperto che Robert non faceva sul serio; come me, del resto. Stai messa veramente male. E stamattina è arrivata la sentenza di morte, Anna. Con la radioterapia non ci fai niente. Se non avessi provato a fottermi, te ne saresti andata via con Robert, e alle 18:54 avresti capito che non c'è nessun veleno nel braccialetto. E invece hai voluto fare la stronza...!», le ringhia contro. «Anna...», nel giro di un secondo Pamela cambia registro, preoccupata per la sorte dell'altra Big Whore; la rivolta supina e le appoggia una mano sul buco allo stomaco, con un gesto di pura compassione. «Non voglio che tu muoia, ti porterò via da qui... Ho una barca dietro quel grosso albero, raggiungeremo il mio covo e avrai plasma e ossigeno... e ti sarò vicina quando il cancro ti farà secca...». La Shoop si affloscia su Anna. «Ci sei rimasta... secca... prima tu... Pamela... cough...». La Frazer se la scrolla di dosso. La pallottola di Robert l'ha raggiunta al cuore, fulminandola. L'uomo ha avuto un sussulto, ma adesso è morto. Anna striscia verso la barca di Pamela, con l'intento di raggiungere il vicino porticciolo, ma sviene e il piccolo natante va alla deriva sul lago. Un pescatore solitario si avvicina e nota la grossa zoccola, riconoscendo subito in lei la famosa cameriera di McDonald's. Oggi ha fatto pesca grossa. L'abborda, nel senso letterale del termine, e prova a rianimarla con un secchio d'acqua in faccia. Anna riprende conoscenza, ma come nel copione del film, è ormai cadavere. Il pescatore è un uomo corretto: grato per lo show finale della leggendaria cameriera di McDonald's, le infila un centone in mezzo alle zinne. E rimane a guardarla, mentre lei finisce di crepare. Poi tornerà sulla sua barca e toglierà il disturbo, lasciando il cadavere alla deriva, come l'aveva trovato. In fin dei conti, di nemico vero ne aveva uno solo: tanto valeva per Wonder Whore concentrarsi su quello. Di copioni, invece, quanti?
NATA CON LA CAMICIA (SBOTTONATA) di Salvatore Conte (2023)
Una coppia di giornalisti, esperti sommozzatori, in vacanza su una barca a vela, avvistano una nave da recupero.
«Visto che argano a poppa?», dice lui, incuriosito.
Il binocolo aiuta Gustavo ad ammirare i dettagli. La signora Frentzen è una chiacchierata zoccola cinquantenne, sempre al centro di scandali e loschi traffici. I due giornalisti hanno sparso la voce e questa arriva presto all'orecchio di Diabolik. Il Re del Terrore non ci mette molto a unire i puntini. «Quella zoccola deve ridarmi ciò che è mio!», esclama verso la sua Eva. E dalle parole passa subito ai fatti. Si introduce a bordo e penetra nella cabina della signora.
«Sai chi sono e ti avviso che la gran parte della refurtiva che hai recuperato mi appartiene!
«Sapevo che saresti arrivato...
Non potrei mai dirti di no…
Voleva farsi fare un bocchino, ma ora la cosa ha preso un'altra piega.
L’arpione trapassa Anna, spuntandole fuori dalla pancia! Non c’è scampo per la famosa mignottona.
La Frentzen annaspa inorridita, con gli occhi fissi sul tetto della cabina, tenuta a stento in vita,
grazie a una bombola da sub.
«Ti prego di non offenderti, cara. Ma quando ho sentito che non riusciva a
crepare, ho pensato di siringarla e di prendermela. È una cessa di rara perfezione, con le sue
zinne a penzoloni e i camicioni sbottonati ad arte», spiega Diabolik ad Eva,
togliendosi la maschera e il camice da medico. PIOVRA SBOTTONATA ALLUNGA LE ZINNE SU CLERVILLE! di Salvatore Conte e Robert Kessler (2023) La signorona cinquantenne Anna Frexhen, divorziata benestante, dall'aspetto distinto e rassicurante, quasi dolce, è in realtà una grossa mignotta, che grazie a camicioni slacciati e zinne cedenti, è sempre più inserita nei loschi traffici di Clerville, ha le mani ormai su tutto, ed è perciò detta "Piovra Sbottonata"!
Perfino Eva Kant, la famigerata compagna di Diabolik, ne ha studiato i segreti... La Frexhen ha però il fiato della Polizia di Clerville sul collo: si è allargata troppo (oltre ad allentarsi). Capisce quindi che per lei è essenziale fare presa sull'Ispettore Ginko. Al primo interrogatorio, chiede di parlare da sola allo stimato poliziotto di Clerville e si slaccia due bottoni di fronte a lui... Ginko va subito nel panico, il respiro si fa pesante e le tempie cominciano a pulsare. Anna gli piace da impazzire, Altea è poca cosa al suo confronto: noiosa e prevedibile, non ha mai saputo indossare una camicetta sbottonata. Anna capisce subito che il suo incantesimo ha funzionato e che Ginko si è ormai aggiunto alla lista dei suoi succubi. Non solo lo utilizzerà per proteggere i suoi traffici illeciti, ma anche per eliminare Diabolik ed Eva! Ginko è completamente soggiogato da Anna. Il pisello gli sgocciola dalla mattina alla sera, come un tubo che perde. Perfino in servizio si masturba guardando le sue foto al cellulare. Ora è spaventato dall'eventualità che il Re del Terrore possa farla fuori con il suo famoso pugnale volante...
Ma durante i loro incontri intimi, la signora Frexhen gli ostenta la propria sicurezza: «Nessuno può uccidermi, mio caro, nemmeno Diabolik. Non solo sono sempre circondata da guardie del corpo, ma penso anche di piacergli. Eva è più giovane di me, e ha le zinne più lunghe, è vero, però non ha la mia carne e non conosce ancora tutti i segreti dei bottoni slacciati... Perciò non devi preoccuparti, amore mio...».
Tuttavia l'Ispettore è preoccupato. Diabolik ed Eva sono letali. Uccidono per gioco. Anna è una vecchia mignotta, mentre Eva è giovane e perfetta. Ginko dà ordine ai suoi uomini di tenere sotto controllo i movimenti di Piovra Sbottonata, fingendo di volerla incastrare, ma in realtà con l'intenzione di difenderla. Anna non trattiene una grassa risata nel vederlo così protettivo nei suoi confronti, e si allenta la camicia sotto i suoi occhi; quindi gli spinge la faccia in mezzo alle zinne palpitanti: «Avanti... interrogale... sei qui per questo, no?», e continua a ridere come una mignotta... l'importante per lei è mantenerlo succube... La Piovra è ormai un'ossessione per l'Ispettore Capo di Clerville; gli basta pensarla per pochi attimi e il cazzo gli diventa subito duro: si alza dentro i pantaloni contro la sua stessa volontà, mettendolo in imbarazzo, soprattutto con gli agenti-donna. Eva Kant comincia a temere che anche Diabolik possa cadere vittima degli incantesimi da gran puttana di Piovra Sbottonata. Da una parte l'ammira per l'abilità dei suoi espedienti, che lei stessa cerca di emulare, ma dall'altra pensa che sia ora di farla finita con la vecchia mignotta... C'è una busta per l'Ispettore Ginko! Contiene diverse fotografie... che ritraggono Anna mentre si fa scopare da mezza dozzina di ragazzini... e un biglietto: Questa è la vera Anna! SVEGLIATI! Anna è a letto con Tony, un ragazzino di appena 15 anni. «Se fai come ti dico, potrai avermi quando vuoi... Diabolik non sospetterà di te... ti indicherò il suo travestimento... farai finta di chiedergli qualche spicciolo... e gli tirerai contro un pallone... buttandoti a terra... come stessi giocando a fare il portiere... tutto qui...». La Frexhen non si fida di Diabolik. Prima che lui provi a uccidere lei, lei vuole finalmente toglierlo di mezzo con un pallone imbottito di esplosivo, fatto brillare a distanza, da uno dei suoi sul teatro dell'azione. Ancora non ha deciso se far morire il ragazzino, limitandosi a dare un avvertimento al Re del Terrore, oppure se la pallonata sarà destinata a far gol... o ancora se riterrà opportuno di informare Ginko su un possibile attentato a Diabolik... in fondo i due avversari si rispettano, lei ancora una volta farà colpo sull'Ispettore e Diabolik gli dovrà un favore, e di certo non gli ucciderebbe la donna. Anna ha diverse opzioni a sua disposizione, ma la tentazione di eliminare Diabolik è forte... Ginko è rimasto basito dalle foto ricevute e intende chiedere spiegazioni ad Anna. «Sei una puttana! Questi ragazzini sono dei minorenni!», le urla contro, mentre gli sbatte sul tavolino la busta. «È vero, sono una mignotta, amore mio, ma anche una donna dolce e onesta. Non ti preoccupa il fatto più grave? Che qualcuno mi stia spiando da molto vicino? E se cercassero di uccidermi? Quei ragazzini erano molto poveri, facevano vita di strada, io sto dando loro delle opportunità e mi prendo in cambio qualche sfizio: che c'è di male in questo? Ormai sono uomini e con me imparano dalla migliore sulla piazza...», e ancora quella risata da grossa mignotta... «Sei ancora arrabbiato?», Anna si muove verso di lui, con occhi malati e il solito camicione sbottonato... Ginko abbassa di nuovo la testa verso le zinne da vecchia bagascia. «Prendile... sono tue...», è una bustarella fatta di carne palpitante. «Hai ragione, Anna, scusami, sono stato uno sciocco. La verità è che sono geloso di te. E ora cercherò di scoprire chi è stato...». «Chi se non lui?». «Maledetto... se prova a toccarti...». «Per ora ha solo provato a dividerci, ma il rischio c'è... Potrebbero ritrovarmi con un coltello nella schiena...». Ginko impallidisce. «No... non può essere...», è colto dal panico. E le ride... stavolta dentro di sé. Dopo questo affronto, Anna decide di eliminare Diabolik. Il pallone andrà in porta. «Chiamami, se hai notizie di quel lurido criminale...», sussurra all'Ispettore, pregustando la notizia dalla sua stessa voce. La Frexhen va ad aspettare la chiamata di Ginko al Luna Park di Clerville, dove possiede alcune attrazioni, tra cui - ovviamente - la Piovra Gigante. In questo modo, in mezzo a tanta gente, tra cui non passerà certo inosservata, si precostituirà un valido alibi, nel caso a qualcuno venga in mente di accusarla dell'assassinio di Diabolik. Anna utilizza la piovra meccanica per smerciare droga. L'acquirente paga alla cassa un prezzo maggiorato e ritira la merce, nascosta in un doppio fondo, mentre la piovra agita i tentacoli. È un sistema perfetto, congegnato dalla stessa Anna. Il solo poliziotto che aveva cominciato a sospettare qualcosa, è stato trasferito al controllo parcometri. Anna è a bordo di un vagoncino e per ingannare l'attesa si masturba con un cazzo finto, a forma di tentacolo, proveniente dalla sua catena di sexy-shops. Quando si fiderà abbastanza di lui, gli parlerà del suo business più segreto: la Deadly Cock Roulette...
Si tratta di un gioco mortale, ispirato alla Roulette Russa e all'arte perversa di un occultista del '700.
Anna mette sotto contratto vecchie puttane e giovani puttanelle, illudendole con facili guadagni. Lo spettacolo va in scena di fronte a un pubblico molto selezionato e ricco, e Piovra Sbottonata ci tira fuori un sacco di soldi.
Le donne scelgono un cazzo finto da un mucchio di cazzi tutti uguali tra loro, sapendo che tra quelli ce n'è uno che farà schizzare - anziché sborra - una lama d'acciaio nella loro fica... In un paio d'occasioni, la stessa Anna ha voluto provare il crudele gioco, per provare la perversa eccitazione di ritrovarsi una fredda lama nella fregna calda. E adesso è molto curiosa di vedere la faccia di Ginko, quando gli dirà che vuole riprovarci... In realtà - a 50 anni, ricca e potente - non ha alcuna intenzione di rischiare ancora, ma vuole scoprire - attraverso questa provocazione - se Ginko nasconda un lato di oscura perversione nel suo carattere controllato e metodico... Se lui non dovesse nettamente opporsi a questa drammatica eventualità, vorrebbe dire che la tentazione di vederla morente sarebbe più forte di una scopata. E la lascerebbe ammutolita... sudata... quasi in trance... Finalmente è lui... «Dimmi, amore...». «Mi manchi, ho voglia di vederti». «Anch'io». «Purtroppo ho avuto una chiamata urgente: c'è stato un attentato contro un ambasciatore straniero, gli hanno lanciato una bomba, è morto; ed è morto pure un bambino che si trovava lì vicino». «Nessun dubbio sull'identità della vittima?». «Nessuno. Perché me lo chiedi?». «Solo curiosità da mignotta. Pensi allora di raggiungermi più tardi?». «No, che dici? Ho voglia di leccarti le zinne. Non me ne frega niente di queste cazzate. Ho già passato il caso a uno dei miei vice». Ginko è completamente cambiato. «Hai fatto bene. Nessuno deve mettersi fra noi, tantomeno dei cadaveri. Raggiungimi al Luna Park, ho voglia di sentire il tuo respiro forzato, carico d'ansia... mentre succhio zucchero filato».
Anna ha restituito il colpo a Diabolik, per ora nessuno si è fatto male. di Salvatore Conte (2024) «Puoi considerarlo fatto». Anna aveva accettato l'incarico.
All'apice della carriera, la potente cinquantenne era una grossa esperta tanto di uomini quanto di omicidi. Fino a quel giorno non aveva mai fallito. Ma c'è sempre una prima volta. Le zinne di Anna ondeggiavano molli nella camicia da puttana, sbottonata fino allo stomaco.
BANG
BANG
La bocca spalancata dipingeva bene la sua
rabbiosa disperazione! L'aveva schiantata, la partita era chiusa. Nessuno scampo, nessuna pietà, nemmeno per una come Anna.
Scott si avvicinò alla donna. Sapeva chi era. La sicaria boccheggiava disperata con le braccia larghe, ma non poteva muoversi da lì. Era bloccata su quel cofano polveroso. Un rivolo di sangue defluiva dal labbro. I due colpi d’arma da fuoco, sparati in pieno petto, non le avevano lasciato scampo. Si avvicinò ancora. Arrivato a stretto contatto, la guardò negli occhi: le pupille erano annebbiate, tragicamente languide. Stava morendo, respirava a fatica. Lui non aveva motivi né per finirla - per lei era stato business - né per chiamarle un’ambulanza: meglio dimenticarla; gran donna, ma senza un futuro. La guardò consumarsi ancora per qualche secondo.
Sul volto tirato portava un’espressione esterrefatta,
sbigottita, per una fine che giungeva fulminea e totalmente imprevista, nemmeno
contemplata dalla superba mente.
All'arrivo della polizia, Anna era pressoché immobile: era come se fosse rimasta
inchiodata al cofano
dell’auto dalle due pallottole esplose contro di lei. Tuttavia l’ambulanza procedeva a sirene spiegate, anche se Anna era praticamente deceduta. Scott attendeva la fatale conferma.
«Colpi d'arma da fuoco alla periferia di Berlino
Ovest: una donna
trasportata all'ospedale in fin di vita», il lancio del TG serale.
«E ora colleghiamoci con l’Ospedale Centrale…».
Ma questo errore di presunzione si era rivelato fatale. Anna era troppo sicura di sé e quel cane l’ha ammazzata, le ha sgonfiato le tette… E comunque... anche con due polmoni bucati... è riuscita ad arrivare in ospedale…».
A notte fonda arrivò la chiamata di Glendall.
«Posso dire ai vecchi che non hai intenzione di crepare?». Era l'ombra della donna che aveva cercato di fare la festa a Glendall. Era stata colpita duro. Era stata colpita a morte. L'uomo la osservava mentre lei cercava di capire quante possibilità avesse, con gli occhi latenti rivolti al soffitto. Non sembrò trovarne molte. «Scott...», lo chiamò. «Parla...». Anna scosse lievemente la testa, con occhi interrogatori. Voleva la conferma da lui. La fissò, scuotendo lievemente la testa. «Però puoi tentare. E se ne esci, sarà senza rancore... anzi...», e non mancò il tipico sguardo allusivo. «Addio, Anna».
Poco dopo l’alba, al capo giunse un’altra chiamata. Ma dovrete andarci adagio... evitando di spremerla troppo.
Per vederla ho allungato dieci pezzi».
Addio, Scott». Ma qualcuno intuì che - con ogni probabilità - la cazzata di eliminare Anna gli era risultata fatale. |
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